
E poi via, a sfruttare questo bel tempo d’aprile, che poi a Pasquetta tanto dicono che cambia, meglio cogliere l’occasione, ho voglia di aria addosso, non so dove andare, ma parto.
Sicchè dopo aver sfrecciato con la mia Vespa per Pontoglio, mi dirigo così a caso, verso Cividate al Piano, il pomeriggio è celeste e allora continuo per Calcio su strade che tagliano campi che avrebbero anche bisogno di un bel temporale e a costeggiare rive di fossi già pieni di macchie di fiori gialli e papaveri rossi.
Supero il centro e taglio a destra, verso Torre Pallavicina, voglio andare a scoprire posti del fiume che non conosco.
Di Torre Pallavicina me ne parlava, da ragazzo, un mio amico di Castelcovati, lui ci andava spesso, diceva che c’erano delle belle camporelle e poi, dopo aver giocato all’amore, diceva che c’erano anse e posti tranquilli dove poter fare il bagno. Al mio amico piaceva molto Jimi Endrix e così, mentre corro a quasi 100 all’ora, canticchio ‘Foxy Lady’, ma in versione Cure.
Strada facendo mi vengono in mente queste cose mentre tutto intorno è rigoglioso, è primavera, è risveglio, è rondini, è balle di fieno, è fiori di pesco, è profumo di terra, è prati di colza, è il tempo che passa.
Intravedo un campanile da lontano, pare una chiesa antica, non sono molto attratto dalle cose d’altri tempi ma questa mi sembra abbia un tono particolare.
Parcheggio vicino ad una siepe: sono arrivato al Santuario della Rotonda, opera dell’architetto Pellegrino Tibaldi e fatto costruire dal conte Barbò, in occasione di un’apparizione mariana in un epoca non precisa ma che si presume intorno al 1500.
Ecco, qui si respira aria di tondità, pare di essere ad un punto dove un compasso ha deciso che questo ne è il centro.
Poche centinaia di metri più avanti c’è Pumenengo.
Io non c’ero mai stato a Pumenengo e anzi, il nome mi faceva anche un po’ ridere e non so neanche il perché.
Attraverso una via che sicuramente si chiama Viaroma ed eccoti un castello d’altri tempi esagerato nella sua compostezza. Beh, ci devo fare due foto, dico fra me e me.
Il portone è aperto, decido di entrare a sbirciare: una parte è decadente, ci intravedo soffitti importanti dalle finestre sgualcite e sbarrate; un’altro settore invece pare essere meglio conservato. Qui c’è il comune e la biblioteca, purtroppo in questo momento chiusa.
Non c’è nessuno in giro, tranne un tipo lì davanti ad una porta che mi guarda stranito, lo saluto, mi saluta.
Sono curioso.
“Mi chiamo Alberto, sì, sono di Pumenengo”
“Che ci fai qui in castello, ci abiti?”
“No no – dice – qui ci vengo a suonare con il mio gruppo: alcune stanze di questo castello sono utilizzate da associazioni o da esperienze come la nostra. A te che musica piace? Secondo me, a te ti piace il rock”
“Ma va, ascolto di tutto eh! Sono abbastanza versatile, te invece che musica fai?”
“Io suono la batteria, suono nei Falling Dice, facciamo crossover-metalcore e di giorno lavoro in un allevamento di trote. Mio nonno era un maniscalco e forse ce l’ho nel sangue il battere, il ferro, il metallo, l’incudine, il percuotere… Facciamo concerti, abbiamo da poco prodotto il nostro disco.”
Alberto è un trentenne che credo ben rappresenti Pumenengo, o almeno a me piace pensarla così.
Un giovane, aperto, lavoratore, con una forte passione e un sano rapporto con il suo paese e lo capisco bene da come mi racconta quel che sa sul castello e sul conte Barbò.
Alberto è anche generoso: mi regala il suo cd.
Poi ci scambiamo l’amicizia su facebook, tanti saluti e alla prossima.
Ormai è tardi per Torre Pallavicina. Credo che tornerò a casa passando da Urago, ma non faccio in tempo a mettere la seconda che già mi devo di nuovo fermare.
C’è un mulino a lambire il canale Vacchelli.
Uno sfondo celeste e pioppi in fiore. L’acqua del canale è blu. Il castello domina lo sguardo.
Mi fermo, faccio due passi lungo la riva, mi sdraio un attimo nell’erba verde-fresca, socchiudo gli occhi e mi metto a canticchiare:
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti
Viaggia la polvere viaggia il vento viaggia l’acqua sorgente
Viaggiano i viandanti viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti viaggia Sua Santità
Viaggiano ansie nuove e sempre nuove crudeltà
Cadono di vertigine…
Cadono di vertigine…
Cadono di vertigine…
Cadono di vertigine…