
-Primavera estate autunno e inverno.
E i giorni più freddi, sai piccola, sono quelli della Merla…
-Ma non è vero niente nonno, anzi, la nonna dice che quando una merla canta davanti a una chiesa, è un augurio per il bel tempo.
-Bel tempo, bel tempo insomma, devi sapere piuttosto, che una volta i merli erano bianchi. Bianchi come la stola del re.
Ci fu poi un inverno molto tiepido, senza neve e un gennaio tanto sereno come fosse già primavera.
L’erä prope en bel tep.
Verso la fine del mese, una merla, ingannata dal bel tempo uscì dal nido per fare un giro in paese:
“Cip, ciop, hop, hip… che belä giurnadä, la primaerä l’è riadä… hip hop cip e ciop!”
Proprio in quel momento incontrò Nonno Gennaio che se ne stava andando lentamente per i fatti suoi e sicura della fine dell’inverno la Merla lo sbeffeggiò e insultò maleducatamente:
“Hiiiip… Vecio streú, ta set prope en gran cavrù! Zèner zèneròt, de te me ‘mpipe che go scundit el me bel merlot”.
“Bröta svergognadä – le rispose nonno Gennaio – du tai do e giü tal prometerò. Biancä ta set e negrä ta faró. Bianca sei e Nera ti farò”.
La Merla fece spallucce e se ne andò senza dare importanza alle parole di Nonno Gennaio.
Ma dopo pochi istanti la minaccia si concretizzò: il sole scomparve all’orizzonte, il cielo divenne sempre più scuro, l’aria già fredda e tagliente si trasformò in un vento gelido e sibilante.
Ghè stat tat fret e tatä nef che la Merla l’è endadä a scundiss en del camì.
“Brrrrr, ciiiiiip, che frèt, che frèt…hiiiip, mamä come so cunsadä, so che tötä zeladä!”
Ed anche i contadini avevano freddo e accesero il fuoco nel camino dove c’era la Merla:
“Ahhhhhhhh! Hooooop! Ciiiiiip ciooooop! Che dolore! Che bruciore! Le me pène le brüsä! Ahhhhhh!”
-Povera Merla! E poi cosa è successo nonno?
-La Merla svergognata starnazzava come una gallina e uscì dal camino tutta annerita dal fumo.
E da alura töcc i merli… iè restacc negher come la not.
Tutti i merli sono rimasti neri come la notte.
-Che bella storia nonnino, me ne racconti ancora?
-Certo piccola! Però facciamo un’altra volta eh.