DUE PASSI IN LOCALITÀ FOSIO

La località Fosio dista proprio pochi centimetri da Sarnico, ma qui a differenza del centro-paese trafficato e sempre animato, l’atmosfera cambia di netto.
Sarà per l’amena contrada capeggiata dalla chiesetta dedicata a Santa Teresa, abitata da poca gente, case di un tempo, qualche anziano, 4 gatti e un antico mulino che segna la vecchia via verso Villongo.
Oppure per questo silenzio pieno di fruscii, di aria fra i salici, di canti di gallinelle d’acqua, di battiti d’ala degli aironi cinerini e di fischi di merli. 
Fatto sta che mi è sembrato di entrare in una cartolina quieta dai colori che parlano, vividi.

In questo punto, il fiume è ancora un po’ lago.
Mi ricorda un maratoneta prima della partenza che pare concentrarsi, prendere fiato e respirare a fondo.
C’è ancora molta strada da fare prima di abbracciarsi con il Po.
Un bel parco punteggiato di rosso papavero costeggia la riva e poco più verso sud, lo sguardo impatta sulla ferrosa e consistente Diga gestita dal Consorzio dell’Oglio. 
Costruita nel lontano 1933, la diga è una sorta di vigile urbano impegnato notte e giorno a regolare il traffico dell’acqua del Sebino, così da poter meglio irrigare vari tratti di Pianura Padana.

Dalla diga, il fiume prende definitivamente forma e lo vedi scivolare sinuoso fra i boschi di lecci, carpini, platani, pioppi e robinie. 
Un pescatore su una barchetta che sembra di carta, le ombre della vecchia stazione di Paratico dall’altra parte del fiume e due cigni che guizzano chissà verso dove, completano il quadro di un posto placido, grazioso e respirabile.

Ora però il cielo si sta rannuvolando. Si è fatta quasi sera e scappano alcune gocce. 
Meglio che me ne torno a casa.

(Sandro Daolio)